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Il Blog di Hospitality Hotel Palermo

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Items filtered by date: March 2018

pani_ca_meusa_schettu A kiosk.

A man with apron that he moves at intervals and with harmonic gestures, behind the counter.

A crowd of people who look forward to their turn.

This is the perfect mix to present one of the specialties' street food in Palermo: 'u pani cà  meusa (bread with a spleen)!

 

What's it?

'U pani cà meusa is a gastronomic specialty characteristic of the city of Palermo, an example par excellence of the so-called "street food". It's made up of a vastedda (typically round-shaped bread), covered with sesame and stuffed with meusa (milza), lung, heart, and scannaruzzatu (pieces of cartilage of the trachea) of veal. First, they are boiled entire and, after they having been cut finely, they are fried in saimi (suet). The bread can be served schettu (single, not married), only with salt, pepper and a squeeze of lemon, or maritatu (married, accompanied) with caciocavallo cheese or grated ricotta cheese. Obviously it should be served hot, wrapped in paper and eaten aggritta (standing) with pleasant company.

 

pani_ca_meusa_maritatu
Maritatu bread with the spleen. Top right the schetta version.

 

Origins

The origins are ancient and date back to the Middle Ages. The Palermitan Jews engaged in the slaughter of the meat, they kept for themselves the entrails of the calves as compensation, because they couldn't receive money for their profession for reasons related to their religion. The entrails were sold inside bread with some cheese. King Ferdinand II of Aragon, called "the Catholic", drove away the Jewish community but, fortunately, this delicacy survived, becoming a typical food of the city.

 

Curiosity

'U meusaru, who prepares 'u pane cà meusa, has special tools: an inclined pot to collect the fat in which to cook the meat, a two-pronged fork to take the slices of meat that will be put in the bread and a perforated scoop that he uses to drain the excess oil. Most of the historical meusari are found in the historical markets of Palermo: Capo, Vucciria, Ballarò.

 

pani_ca_meusa_meusaru
A typical meusaru during the preparation of bread with the spleen.

 

I love sandwiches. Let's face it, life is more beautiful between two pieces of bread.
[cit. Jeff Mauro]
Published in Blog (EN)

 

Lo sappiamo tutti, la Cattedrale è per eccellenza uno dei "fiori all'occhiello" della città di Palermo.
Chi viene di passaggio ne rimane estasiato e chi vive in questa città da anni se ne innamora sempre più. Ammirarla dal suo atrio principale (quindi dal basso verso l'alto) vi stupirà non poco per i svariati stili architettonici sovrapposti con i quali è stata edificata e modificata nel tempo ma, poter gioire di questa grande bellezza da una balconata di una dimora tardo-barocca nobiliare, posizionata di fronte alla stessa, sarà un'esperienza ancora più unica ed irripetibile. Parliamo del balcone mozzafiato di Palazzo Asmundo.

L'edificio Asmundo è un complesso artistico divenuto nel tempo museo a tutti gli effetti. Al suo interno trovano spazio le collezioni di metà 700 (tra le più svariate), innumerevoli affreschi allegorici sulle pareti (eseguiti dall'illustre pittore palermitano Gioacchino Martorana), carrozze sfarzose dell'epoca e tante altre opere d'arte di quel tempo. Il tutto mescolato e reso armonico dall'atmosfera magica dei saloni signorili di questo palazzo incantevole che ci regala l'illusione straordinaria di poter essere proiettati in quell'epoca storica di una “Palermo Felicissima”, rivivendone abitudini e vezzi.

Il Palazzo fu iniziato nel 1615 da un certo Dott. Baliano e venne completato soltanto nel 1767, quando ne entrò in possesso il Presidente di Giustizia Giuseppe Asmundo. Per un certo periodo questa dimora nobiliare accolse la figlia di Ferdinando III di Sicilia, Maria Cristina, fuggita da Napoli con il marito Carlo, che a quel tempo era duca di Sardegna e di Genova. Ma non furono soltanto loro di passaggio in questo merviglioso palazzo; anche il pittore francese Gaston Vuiller vi soggiornò per un breve periodo, raccontando brevemente alcune delle suggestioni che il Palazzo gli aveva regalato:

“...sulle pareti tinte di un verde pallido, delle volute leggere si intrecciano capricciosamente e vanno a svolgersi sul soffitto in una cupola ornata di pitture aeree. Le porte hanno ornamenti d'oro opaco e d'oro lucido. La bellezza decorativa di questa sala che era una alcova con tende fittissime ermeticamente chiuse, mi sorprende. Questo evidentemente è un antico palazzo. La sua bellezza un po' appassita alla luce viva, conserva tutto il suo splendore nella semi oscurità. Apro la finestra e mi avanzo sul balcone che gira tutto il piano e rimango abbagliato…”.
Dal libro “La Sicilia, impressioni del presente e del passato “ 1897 Autore: Gaston Vuiller

… In particolare, una delle sale di questo palazzo nobiliare si affaccia proprio d'innanzi alla   maestosità della Cattedrale dai mille stili architettonici.

Posso garantirvi che ammirarla e scattare qualche foto da questa prospettiva unica è   un'esperienza che porterete nel vostro bagaglio culturale per parecchio tempo e il cui ricordo   resterà un'icona indelebile del vostro soggiorno palermitano; proprio come è successo a me   quando, allo scuro della sorpresa, potei affacciarmi dal balcone di questa sala scorgendo una   versione originalissima della Cattedrale vista tantissime volte, ma sempre dal basso verso   l'alto e mai frontalmente e per intero.

Leggendo qua e là su internet, ho scoperto che palazzo Asmundo, oltre ad essere visitato come museo, viene utilizzato come “location” per eventi, cene di gala, meeting o mostre temporanee.

Cliccando il link sottostante troverete tutti i dettagli per prenotare la vostra visita al Palazzo Asmundo:

http://www.palazzoasmundo.com/it/location_e_servizi/orario_e_biglietteria

Roberto Rizzo

Published in Blog (EN)

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